martedì 29 marzo 2011

Le tante sorprese di un vulcano in mezzo al mare.

Missione: scoprire (e provare) una nuova destinazione per i viaggiatori subacquei di Blue Space.
Chi: Blue Space (nei panni di Marina con compagno di viaggio).
Quando: agosto 2010 (dieci giorni indimenticabili in mezzo all'Oceano Atlantico).
Dove: nel mitologico Arcipelago delle Azzorre (c'è chi sostiene che sia ciò che resta del continente scomparso di Atlandide), sull'incredibile Isola di Pico (un vulcano in mezzo al mare).
Punto di ritrovo: Barcellona (uno arrivava da Torino e l'altro dalla Spagna).
Punto di arrivo: Isola di Pico, Arcipelago delle Azzorre.



La prima tappa è Lisbona, quasi una tappa obbligatoria e doverosa per chi va alle Azzorre, tempo a disposizione permettendo. Una città incantevole, ospitale, solare e caratterizzata da una piacevole brezza marina che mitiga anche le giornate più calde.


Le strette viuzze dell'antico quartiere dell'Alfama, i tram gialli che si inerpicano per le colline, la vita notturna e i ristorantini del Bairro Alto, i palazzi ricoperti di "azuleios", le piazze, le chiese, i "belvedere", la poesia del Tago, la tecnologia degli lunghissimi ponti, le bellezze dell'Acquario, la bontà dei "pasteis de nata" e le prelibatezze della cucina portoghese sono esperienze che non si possono dimenticare.


Non basterebbe una settimana per vedere e provare tutto ciò che merita, ma un paio di giorni possono essere sufficienti a farsi un'idea o a dare una rapida spolverata a vecchi ricordi.

 

Da Lisbona il viaggio riprende. Prendiamo l'aereo e atterriamo all'aeroporto di Horta, sull'isola di Faial.
Già lì si capisce di essere arrivati in un posto speciale. Un taxi ci accompagna al porto dove svetta l'altissimo profilo del Pico Alto o Ponta di Pico, il monte più alto del Portogallo. In meno di un'ora di traghetto arriviamo sull'isola di Pico. Avvicinandoci alla meta ci rendiamo conto che il vulcano è veramente alto, grande, imponente e abbiamo l'impressione di salirci sopra. Intorno c'è solo oceano, ma lui, il Pico, sembra veramente il signore incontrastato del luogo.



Sbarcati sull'isola noleggiamo la macchina e ci dirigiamo verso il nostro alloggio, una casetta all'interno di un piccolo complesso residenziale in mezzo alla vegetazione sull'estremità orientale dell'isola.


Il tratto di strada per raggiungere la casa ci stupisce perché è una litoranea che costeggia l'oceano e attraversa paesini, sfiora vigne protette da muretti di pietre laviche, attraversa tratti di vegetazione lussurreggiante, incontra piante sconosciute e uccellini che attraversano la strada a rotta di collo (non senza che qualcuno "ci lasci le penne") e offre bellissimi scorci di oceano e viste mozzafiato su scogliere, porti e calette.



Il resto del soggiorno è una sorpresa quotidiana. I tanti villaggi sulla costa, i porticcioli, i moli e le piscine naturali scavate nella roccia lavica.




Le strade e stradine che si inerpicano sull'isola, i paesaggi alpini che si incontrano risalendo le pendici del vulcano, i crateri ricoperti da vegetazione verdissima o da laghi, le formazioni rocciose di orgine vulcanica. I sentieri costieri che si snodano lungo le coste alte, nere e frastagliate.


A Pico è la natura la vera protagonista, una "maestosa e sublime" presenza che si fa sentire in ogni luogo. La salita al vulcano è un'esperienza unica, anche se impegnativa, perchè permette di vedere tutto l'arcipelago delle Azzorre dall'alto. Poi il whale watching in mezzo all'oceano, quasi a contatto con gli animali marini più grandi del pianeta e la straordinaria emozione di nuotare insieme ai delfini.



E poi le immersioni. Molto interessanti quelle lungo la costa per le tante formazioni laviche sottomarine e la visibilità elevatissima. A dir poco incredibili quelle a Princess Alice, proprio sulla cima di un altissimo monte sottomarino, insieme a gruppi di giocose e amichevoli mobule e mante.



Assolutamente da provare le immersioni in oceano aperto, insieme agli squali pelagici, i mako e le verdesche, che non abbiamo potuto sperimentare perchè non erano ancora disponibili al pubblico.



Infine la partenza. Lasciare Pico non è proprio piacevole perchè ci si rende conto di abbandonare un luogo speciale, quasi fuori dal mondo e al di là del tempo. Prendiamo un volo interno (bielica da un centinaio di posti) fino a Terceira, un'altra isola delle Azzorre che abbiamo visitato. Da lì ci imbarchiamo per Lisbona e terminiamo la vacanza, passando per Barcellona e arrivando a Malpensa.
 
Marina

N.B.
Chi volesse approfondire la destinazione all'interno del sito può farlo sul sito, cliccando sul link sotto.


Ringraziamenti dalle Andaman Islands.

Sono lieta e molto felice di inaugurare Blog Space - Parola di subacqueo, il blog di Blue Space, con una e-mail di ringraziamento di un nuovo cliente.
Roberto Pini a febbraio è stato in India, a Chennai, e alle Andaman Islands, presso il Barefoot Scuba Resort sull'isola di Havelock.
Ha riportato in Italia un grande entusiasmo e tante foto. Ne pubblico tre con grande piacere.


Un saluto a tutti e buona lettura!

Marina

Cara Marina, 
sono certo che Lei è abituata ormai a ricevere complimenti per i Viaggi che organizza. 
Mi metto in coda e aspetto il mio turno per ringraziarLa della Sua sollecitudine prima della partenza e per il Suo sistema perfettamente organizzato. 
Devo dire che Swagatam è stata superiore ad ogni mia aspettativa. 
Gentilezza e premure di ogni tipo ad ogni ora del giorno e della notte. 
Tutto è andato perfettamente bene.
Il giro in India è stato interessante e ricco di spunti fotografici. 
Ho apprezzato molto la visita guidata ed ho apprezzato ancora di più il tempo libero a disposizione. 
Ho chiesto quale fosse la zona più "indiana" della città e, dopo qualche esitazione dettata dalla prudenza nell'invadere spazi altrui, mi sono inoltrato in Georgetown. 
Un vero e proprio bagno nelle facce, nelle scene, nella povertà e nei sorrisi di un popolo mite e pacifico. 
Ho mangiato con le mani nei loro ristoranti gustando cibi speziati serviti su una foglia di banano. 
Ho acquistato le loro merci nei loro negozi. 
Ho camminato tanto e non ho visto mai un viso occidentale in tutta Georgetown. 
Ho fotografato bambini, commercianti, lebbrosi e moribondi. 
Le allego qualche foto, così, tanto per aggiungere qualche immagine al Suo certamente vasto repertorio. 
Forse avrei sacrificato una parte del tempo dedicato alla visita dei templi e dei musei dedicando più attenzione alla visita libera. 
L'Isola di Havelock è interessante e adatta a turisti che non si aspettino l'atollo maldiviano. 
(...)
Il Barefoot Resort è certo uno dei migliori ed il mio bungalow era fantastico, davanti al mare, tra le palme. 
I prezzi indiani per noi sono incredibili. 
Una cena di pesce in uno  dei tanti ristoranti costa circa tre €uro. 
Ma bisogna frequentare i locali riservati agli isolani per entrare nello spirito del posto. 
Accanto al mercato del pesce di Havelock c'è un ristorantino di lamiera ondulata, due metri per quattro, otto posti a sedere, senza acqua corrente, che manda i clienti a comprarsi il pesce al mercato per poi cucinarlo e servirlo, senza posate, senza bicchieri, senza tovaglioli. 
Si paga solo il servizio. Più che una cena un'esperienza di vita. 
Mi mancano le foto dell'isola per un piccolo inconveniente di quelli che succedono ai viaggiatori. 
(...)
Credo che farò una buona pubblicità a Bluespace tra i miei amici. 
Se Le fa piacere posso pubblicare qualcosa anche su Facebook. 
Spero di conoscerLa un giorno e, per ora, le mando solo un grande abbraccio.

Roberto Pini.
 
 

N.B.
Barefoot Scuba Resort e Barefoot Scuba at Havelock Resort, alle Andaman Islands, sono un'esclusiva Blue Space per l'Italia.
Chi volesse approfondire la destinazione all'interno del sito può farlo cliccando sul link sotto.